lunedì 1 dicembre 2008

NBA. The Game Happens Here.

Manhattan (NY),
November 29th

Quando le luci del Madison Square Garden si spengono all’improvviso, tu sei seduto impacciato, mentre tenti di versare il ketchup ad arte sul tuo Hot Dog, possibilmente senza mietere vittime. I giocatori dei Knicks e dei Warriors sono abbracciati gli uni con gli altri, le luci illuminano il parquet dove Jolanda col microfono comincia a cantare l’inno americano. Sul tabellone, una bandiera degli Stati Uniti ondeggia imperiosa mentre tutti gli spettatori – abbracciati e mano sul cuore – si alzano intorno a te con sguardo fiero. I brividi ti salgono su dalla colonna vertebrale fino ad arrivare alla mano che fa tremare la Coca Cola. Cinque lunghissimi minuti in cui si ferma il cuore e si paralizza la mente. Se il primo impatto scrive la storia di luoghi e persone, New York scrive negli occhi di chi racconta la storia dell’NBA coi contorni della spettacolarità.

La spettacolarità del lungo boato che accompagna Crawford, ex stella di casa indimenticata, ora ai Golden State Warriors. La spettacolarità di Mike D’Antoni, coach italo-americano dei Knicks, che batte la mano sul petto di ogni suo singolo giocatore per trasmettergli passione. La spettacolarità delle cheerleaders e dei loro salti mortali. La spettacolarità, unica fede professata da una New York capace di fischiare un avversario lanciato in contropiede, reo non di aver segnato ma di averlo fatto senza una stupefacente schiacciata volante.
Nella lunga sera di Manhattan, passa quasi sottovoce, strozzata dal roboante show a stelle e strisce, la sfortuna dei due italiani sul parquet. Gallinari, che a causa della schiena malandrina, ancora di New York ha potuto godere solo i canestri visti dalla panca e Belinelli, genio incompreso di Golden State, buttato fuori partita dopo neanche cinque minuti, dopo aver infilato una tripla dall’angolo ed aver mantenuto i Warriors a galla. Misteri della vita. Misteri di Coach Nelson.

Al suono della campana, dopo appena due ore e mezzo di uno spettacolo che avresti voluto non finisse mai, sprofondi nella poltroncina mentre il tabellone inonda il Garden di luci, inchiodando al muro il risultato che recita New York Knicks – Golden State Warriors 138-125. L’altoparlante urla all’impazzata il nome di David Lee, capace di segnare qualcosa come 37 punti tutti in una sera, tanti quanti come probabilmente mai più rifarà. Sui video compare un ragazzo con la maglia dei Knicks avvolta negli oltre 150 chili di buona forchetta, che balla contento sommerso da boato di applausi che gli tributa un Madison Square Garden in piedi per la seconda volta. Chiamatele se volete, emozioni. Pensando che a New York – in fondo – è solo un sabato come un altro.

I giocatori sul parquet si abbracciano e si danno il “cinque” mentre le voci di una America che non vuole andare a dormire, continuano a scuoterti dentro. Ripenso alle luci soffuse. All'inno cantato a sguarciagola. A tutte le mani sul cuore. In aria sembrano volare nitide le parole che Barack Obama urlò al paese qualche ora dopo aver preso in affitto la Casa Bianca: “Ci solleveremo o precipiteremo tutti insieme. Come una sola Nazione. Come un unico popolo. Il popolo degli Stati Uniti d’America.



Enricuzzu
(articolo pubblicato su:
http://www.rosaneronline.it/altri_sport/articoli/2008/12/03/nba_the_game_happens_here)

(nella foto) Jamal Crawford, ex stella dei Knicks ora in maglia Warriors, prova il tiro...
(nel video) L'Inno degli USA cantato al Madison Square Garden

4 commenti:

ClaudioRN ha detto...

Come sai trasmettere tu le emozioni che hai la fortuna di provare ... ce ne sono davvero pochi!
Bravo, come sempre... per me – ma può essere soggettivo – oggi ancor più di sempre.
Grazie anche per il video!!! ;-)
Claudio.

Unknown ha detto...

si carissimo enrico...come sempre centri il punto...sai quando ho letto i commenti del criticone pessimista ( catanese non manifesto) per la prima volta ho capito che questo blog può darti un certo piacere...leggere ( perchè li ho letti dopo la partita) i commenti catastrofici di questo anonimo.mi ha reso la gioia del trionfo ancora + dolce.. Ti abbraccio:O)

invece andando a te..è molto piacevole leggere le tue "avventure a stelle e strisce" stai vivendo un periodo che tu per primo sai sarà indimenticabile...e te lo stai godendo nel modo pare + sano. ciao.

Anonimo ha detto...

GRANDE
GRANDE
GRANDE
nn sò se è merito dell'articolo, della foto o del video, ma x qualke secondo mi sono sentita anch'io seduta nella poltroncina accanto a te, ke brividi, ke emozione

Anonimo ha detto...

bravo, mi hai lasciato senza fiato, un battito cardiaco mancante nel momento di un orgasmo.

Amen