giovedì 7 marzo 2013

Spiccare il volo verso Salamanca… quando il sogno comincia da piccoli!

Salamanca (Spain),
March 7th


Giulia
Hola Giulia! 
Ti sei ritrovata a Salamanca grazie al progetto Erasmus, è la tua prima esperienza “lontano da casa”?

Si, è la prima volta in cui effettivamente mi trovo a vivere da sola per un lungo periodo di tempo. Normalmente però mi trovo spesso lontana da casa, quindi sono abituata ad una vita un pò più indipendente.

Come mai ha scelto di andare proprio in Spagna e a Salamanca? Che livello di spagnolo ti è servito per partire?

E’ una storia un pò buffa, e ha un’origine lontana.
Molti anni fa (credo che avessi 10-11 anni) alle scuole medie avevo iniziato a studiare spagnolo, avevo una naturale avversione nei confronti dell’inglese ma visto che era necessario studiarlo avevo deciso di imparare anche un’altra lingua per acquisire un metodo e accostarmi almeno a una lingua che mi piacesse.
Credo che il feeling con le lingue sia importante.
Un giorno vidi un film, “L’appartamento spagnolo”, mi colpì moltissimo, ai miei occhi non c’era niente di meglio che vivere con un mucchio di gente proveniente dai 4 angoli del mondo imparando una lingua e divertendosi tutte le sere. Credo sinceramente di aver deciso quel giorno di voler andare in Erasmus.
Negli anni ho proseguito con lo studio di entrambe le lingue ma mi sono ulteriormente innamorata della cultura iberica e degli spagnoli, hanno un modo di fare e dei ritmi di vita tutti particolari.
Quando finalmente ho avuto la possibilità di fare domanda per partire ho scelto in particolare Salamanca per la sua lunga e rinomata tradizione universitaria.
Qui c’è l’università più antica di Spagna (1208) e grandi menti di tutti i tempi si sono formate qui.
Inoltre volevo fare un’esperienza prettamente “universitaria” dunque vivere fra i ragazzi, in una città che ruotasse intorno all’università (un pò come le nostre Perugia o Siena) e Salamanca mi offriva esattamente questo. 
Per partire la mia Università richiedeva un livello minimo di A2, io avevo il certificato B1 e adesso qui a Salamanca mi sto preparando per il B2.  

Situazione Alloggio? Dove vivi e come hai trovato sistemazione?

Vivo in una casa molto carina e centrale, ho dovuto sostenere esami molto importanti fino al giorno prima di partire e non avendo quindi la possibilità di cercare casa mi sono affidata ai gruppi internet di Erasmus a Salamanca. Mi è andata bene perché l’appartamento è molto grande e bello, e la posizione è perfetta. Siamo in cinque ma abbiamo i nostri spazi. 

Differenze fra università Italiana e Spagnola? Differenze di modo di studiare? 

Innanzitutto gli orari, in Spagna sono completamente diversi: si comincia più tardi ma si finisce anche alle 21!
E per me è quasi inconcepibile dover andare a lezione alle 20!
Inoltre qui, come nel resto d’Europa, hanno un approccio più pratico con la materia.
In Italia Giurisprudenza è una delle facoltà più teoriche che si possa intraprendere, in Spagna invece ogni materia prevede, insieme a delle ore di teoria, anche delle ore di pratica in cui si esaminano sentenze si svolgono lavori da esporre e addirittura si assegnano dei compiti a casa.
Un approccio completamente diverso dal nostro ma credo più utile. Anche se, e questo è il rovescio della medaglia, gli studenti spagnoli non sono molto in grado di spiegare i concetti a voce e in generale peccano un pò all’orale. Credo che lo studente perfetto dovrebbe mescolare le due culture! 

Cosa mi dici di Salamanca e della Spagna: vivibilità, costo della vita, alloggi, lavoro? 

Come l’Italia, anche la Spagna sta attraversando un momento di crisi, ma questo a Salamanca non si avverte come nel resto della nazione.
Questa città vive grazie agli studenti Erasmus e stranieri che vengono qui a studiare, per cui si trova a disporre di un giro di soldi su cui le altre città non possono contare. Si tratta di un’isola felice anche per questo.
I prezzi degli appartamenti sono molto bassi, sopratutto se comparati ai nostri italiani! La media per una camera singola qui è di 200-250 euro. A Roma con la stessa cifra si trova al massimo una doppia, e in quartieri non proprio centrali.
Per quanto riguarda il costo della vita in generale trovo che tutto (supermercati, abbigliamento, elettronica…) subisca un 10-20% di sconto rispetto all’Italia. A parte il caffè, quello costa moltissimo e non è particolarmente buono! 

Un pro e un contro, di questo primo periodo a Salamanca… 

Pro: sicuramente il fatto che si esce sempre e si fanno tantissime conoscenze. In poco tempo ho già conosciuto delle persone con storie e trascorsi straordinari. Ti rendi conto in fretta che quest’esperienza ti dà tanto anche dal punto di vista umano.
Contro: in realtà non c’è niente che mi abbia disturbato particolarmente! L’unica cosa che potrebbe migliorare è la pulizia dell’appartamento, a volte vorrei che le persone fossero più attente, ma so di essere una tipa molto precisina! Adoro i miei coinquilini, in poco tempo siamo già diventati come una famiglia. 

Come ti sei organizzata prima di partire? Cosa avresti voluto sapere prima che hai scoperto solo dopo? 

Cerco di non lasciare mai nulla troppo al caso quindi ero ben preparata ad ogni evenienza! Certo è che l’Erasmus ti pone davanti ad una marea di cavilli burocratici da risolvere.
Quindi forse avrei voluto sapere prima come risolverli! 

Programmi per il futuro? Finito l’Erasmus hai in mente di proseguire la tua strada all’Estero? 

Ho grandi progetti per il mio futuro, fra un anno dovrei laurearmi e il mio sogno è quello di diventare una giornalista. La strada è in salita, ne sono cosciente, ma sono sempre stata una persona determinata e quando ho un obiettivo impiego anima e corpo per realizzarlo. Ovviamente comincerò a qualificarmi in Italia, qualora dovessi incontrare più ostacoli del previsto però, non avrei nessun problema a trasferirmi all’Estero.
Viviamo nel 2013 e abbiamo la gran fortuna di avere il mondo a portata di mano, non voglio perdermi nessuna opportunità per paura o sconforto.
La famiglia e le origini sono un valore inestimabile che porto sempre dentro il mio cuore, non sono i chilometri a misurare un amore. Sono partita da sola per Salamanca proprio per questo, voglio mettermi alla prova e imparare il più possibile da me stessa e dagli altri, superare limiti e vivere in situazioni mai pensate prima. E questo purtroppo non può essere fatto se si resta sempre tra le quattro mura di casa. Prima o poi si deve – ed è salutare farlo – spiccare il volo. 

Grazie Giulia e ¡buena suerte!

Salamanca

venerdì 1 marzo 2013

Tutto quello che non puoi fare nel Bel Paese… lo fai in Canada!

Toronto (Canada),
March 1st
 
Marco a Toronto
Ciao Marco!
Da piccolo giocavi a calcio nel lungomare di Mondello… e ora ti ritrovi in Canada, cosa fai? 

Principalmente lavoro per costruire ciò che non son riuscito a fare nel “Bel Paese”, per ovvi motivi.
Cerco di portare avanti progetti personali senza sbilanciarmi troppo e mi godo un po’ di civiltà. 

In Canada hai parte della famiglia. A parte questo aspetto, cosa ti ha spinto a Toronto? 

Beh, a parte il fatto che sia uno dei paesi più sviluppati ed autonomi al mondo, sono cresciuto qui ed ho ottenuto la cittadinanza nel 1995.
Credo che, se non fossi cittadino canadese, avrei scelto qualsiasi altro paese anglosassone (magari la Nuova Zelanda).
Il fatto d’essere cittadino è, comunque, il principale motivo per cui sono qui adesso. E’ abbastanza difficile ottenere la residenza/cittadinanza qui.
Esistono altri tipi di permessi per chi può permetterseli ma, senza lavoro o aiuto economico, sarebbe quasi impossibile. 

Di cosa ti occupi? 

Lavoro con mio zio, in un’azienda che opera principalmente in Ontario. Montiamo shutters moderni per le finestre. Intanto metto qualche soldo da parte per continuare gli studi che ho dovuto abbandonare a Palermo (Ingegneria Elettronica).
Mi diletto anche con le applicazioni per gli smartphone… Ne sto sviluppando alcune per quanto riguarda i games e gli instant messaging. E nel tempo libero (quando ce n’è!) canto e suono; ho in programma un cd musicale! 

Situazione casa? Vivi coi tuoi parenti o hai trovato sistemazione per conto tuo? 

I miei genitori abitano ancora in Italia. Abito insieme a mio fratello in città. Dividiamo le principali spese riguardanti la casa (circa 1.130$) e ce la caviamo senza troppi problemi. Ci si aiuta e si va avanti! 

Differenze fra mondo lavorativo italiano e canadese? 

Beh, onestamente, non saprei dove cominciare…
E’ una di quelle domande a cui non è nemmeno necessario rispondere!
Innanzitutto non esiste il lavoro in nero, non è necessario e non conviene (non si scherza con il governo canadese al riguardo).
I sindacati (Unions) esistono e ti “coprono il sedere” qualora ne avessi bisogno, senza pensarci due volte, hanno un gran potere qui. I contratti son d’obbligo. C’è tanto lavoro per coloro che studiano o hanno già conseguito laurea e master. Esistono anche tanti lavori per coloro che non hanno tanta voglia di studiare.
Insomma, qui il lavoro è sacro e lavorano tutti. 

Cosa mi dici di Toronto e del Canada: vivibilità, costo della vita, alloggi, lavoro? 

Toronto è una grande città con tanti abitanti, abbastanza pulita e curata. Credo sia la più multiculturale al mondo (se non erro).
Non mi piace tanto il fatto che le diverse culture qui a Toronto tendano a chiudersi e creare gruppi separati.
Riguardo il costo della vita, gran parte dipende dal lavoro e dalle proprie esigenze.
Io riesco a mettere qualche soldino da parte ogni mese. L’assicurazione auto costa un botto, parliamo di 450$ al MESE sotto i 25 anni! Crazy!
Il sistema di trasporto pubblico di Toronto (TTC) è abbastanza decente però (un treno ogni 3 minuti).
Gli affitti sono abbastanza cari se vuoi vivere vicino la città. Esistono però varie opzioni per fascia economica. Il lavoro, come detto prima, si trova abbastanza facilmente. Basta farsi un giro in una qualsiasi “plaza” o centro commerciale.
Avere esperienza e “scuola” renderebbe la ricerca ancor più facile, ovviamente qualche gradino più in alto in confronto a lavori (di tutto rispetto) senza esperienza alcuna o cultura necessaria. 

Fa davvero così freddo come dicono? 

In inverno (6-7 mesi l’anno), si!
Tocchiamo spesso i -25° con tutto ricoperto dalla neve.
In estate però la situazione cambia, temperature gradevoli e puoi fare di tutto per divertirti, picnics, parchi, Niagara Falls, etc. 

Cosa avresti voluto sapere prima di partire che hai scoperto solo dopo?
Quanto mi sarebbe mancata la famiglia?
Scherzi a parte, sinceramente non saprei come rispondere a questa domanda… Passiamo alla prossima! 

Programmi per il futuro? Resti a Toronto o vuoi tornare in Italia? 

Peggio della precedente!
Sto abbastanza bene qui per adesso. Non potrei rispondere con certezza.
L’elemento lavoro è fondamentale, per andare avanti e crescere come persona. Penso al presente, non mi voglio sbilanciare troppo ma, non ti nascondo che preferirei far crescere i miei figli qui che in Italia! 

Grazie Marco, che sia Toronto o che sia altro, in bocca al lupo!
 
La skyline di Toronto

domenica 17 febbraio 2013

La Shanghai secondo Erica ... se non ti perdi, la ami!

Shanghai (China),
February 17th

Erica
Ciao Erica! Da Firenze a Milano ... come sei finita in Cina?
 

Da Gennaio sono una Senior Interior Designer per una design firm con sede a Beijing e Shanghai (progettiamo Hotel 5 stelle, Resorts, Club House, etc). Quando sono arrivata invece, ad Ottobre 2011, lavoravo per una azienda italiana che importa mobili Made in Italy e che si occupa principalmente di residential projects (extra lusso... perche puoi immaginarti che il Made in Italy qui e' il top del top!)

Come mai ha scelto di andare in Cina?
 

Perchè un giorno, all'Università, un professore ci disse: "Ragazzi, se volete fare i soldi, dovete andare in Cina!" ed io l'ho preso in parola! Ho iniziato a studiare un po di cinese quando ero a Milano, poi una Domenica - un giorno piovoso in cui nessuno voleva uscire per fare brunch con me - navigavo sul web e ho inviato a caso 3 resume in Cina: mi han risposto subito il girono dopo, in due! La cosa è andata avanti e mi son detta: "Forse e' davvero destino che vada...". Ed è stata la scelta più saggia della mia vita.

Che tipo di visto ti è servito?
 

L'azienda "che mi ha portata qui" mi ha da subito fatto il working visa, con resident permit. Quindi ero da subito regolare. Ma ci sono tanti "expats" che "sopravvivono" con business visa o addirittura turist visa. Adesso stanno iniziando a fare piu controlli rispetto ad un paio di anni fa, ma diciamo che se non crei confusione, nessuno ti viene a controllare...

Come hai trovato casa?
 

Appena arrivata la mia azienda mi ha dato un alloggio per 10 giorni, durante i quali ho cercato casa come e dove volevo (cercando di rimanere nel budget che l'azienda mi aveva dato ... perche pagavano loro). Adesso invece abito in una stupenda casetta (che sembra una doll house) in una lane house in piena french concession (la zona piu bella di Shanghai a mio avviso) vicino a tutti i bars, clubs, restaurants. Mi sveglio con gli uccellini che cantano pur essendo in pieno centro! 

Differenze fra la vita in Italia ed in Cina? 

Beh, tutto un altro mondo! First of all, la lingua! I cinesi medio-basso livello non parlano inglese ... quindi tutto diventa complicato, dal comprare lo shampoo per i capelli all'ordinare cibo vegetariano al ristorante! Ci vuole tanta pazienza!
Per noi expats è come vivere in una sorta di Erasmus con l'unica differenza che, invece di studiare, durante il giorno, si lavora ... e la notte party! Fondamentalmente, qua siamo tutti soli, quindi è facilissimo stringere amicizie e conoscere gente nuova! Non ci si annoia mai, c'è sempre qualcosa da fare o vedere!
La mattina mi alzo contenta di uscire e vedere cosa mi riserva il nuovo girono! I cinesi son folli e fanno davvero cose assurde. Per dirtene una: la mattina in taxi è un'angoscia! I tassisti fano "le pulizie di primavera" quindi partono dal naso, poi le orecchie (con quelle unghiaccie lunghe zozze che, si dice, sono simbolo di ricchezza!), per poi strapparsi i peli utilizzando due monete da 1 Yuan ... quindi durante tutto il viaggio speri solo di non dover avere il resto in monete!
Poi però vedi due o tre vecchietti nel parco che stan facendo Tai Chi e ti torna subito il sorriso! Io amo questo popolo! 

Differenze fra mondo lavorativo italiano e cinese?

La prima cosa che mi ha detto il mio capo quando sono arrivata è stata: "Non dare mai per scontato niente con i cinesi: se dicono che han capito, tu ripetiglielo comunque almeno tre volte ... perche forse alla terza hanno capito davvero!" , non ci volevo credere ma è vero!
I cinesi - fortuna nostra - hanno bisogno di noi. Nel mio campo, il design, è vero, son bravissimi a copiare, ma se gli chiedi di fare qualcosa di nuovo e diverso entrano in panico! Una cosa che rattrista è che si rendono conto di essere inferiori, in fatto di creatività/capacità, di riflettere e trovare soluzioni ... ed è facile capire che la loro mancanza di iniziativa possa essere stata un pò schiacciata dal governo.
Non capisco come facciano: non sono assolutamente organizzati, non c'è passaggio di informazioni perche non parlano tra di loro però, magicamente, riescono sempre ad arrivare in fondo in un modo o in un altro! Come per il traffico: c'è sempre un bordello allucinante tra auto, moto, bici; ognuno fa come vuole, ma alla fine tutti gli ingorghi si risolvono! 

Cosa mi dici di Shanghai e della Cina: vivibilità, costo della vita, alloggi, divertimento? 

Prima di tutto preciso, Shanghai non è Cina. Io non ho la più pallida idea di cosa voglia dire vivere in Cina.
Shanghai è talmente occidentalizzata che non ha niente a che vedere con la Cina. Certo si, trovi il mega grattacielo con sotto il ghetto dove non hanno neanche l'acqua in casa. Ci sono i locali super fighi per gli expats, e i ktv (i nostri karaoke) per i cinesi.
Il costo della vita? Rapporto stipendio - costo della vita, ottimo. Puoi permetterti di fare colazione pranzo cena tutti i giorni fuori. Vai a ballare nei locali e nella maggior parte dei casi se sei straniero non paghi (perche fai bene all'immagine del locale). Le ragazze poi, non pagano mai.
Mi muovo solo esclusivamente in taxi (che costano venti volte meno che in Italia!); per 2,5km la tariffa rimane sempre 14 rmb (Renminbi, ndr), circa 1,70 euro. Ieri ho comprato una maglia a 12 rmb (circa 1,50 euro) ed un paio di pantaloni di una tuta a 2,50 euro. Per frutta e verdura faccio la spesa (quella rara volta che decido di mangiare in casa!) con 5 euro.
Poi però ovviamente arrivano le mazzate con i prodotti importati, esempio il formaggio grana padano (la confezione a spicchio, piccola piccola, 10 euro!). Latticini, carne importata, pasta, beh ... spendi meno a mangiarli al ristorante!
Per la donna delle pulizie in media 20-25 rmb all'ora (3 euro). Qua tutti hanno la donna delle pulizie. Adesso che non ho più la mia che è tornata al paese Natale sono una donna persa! Devo ritrovarla subito senno impazzisco! 

Il tempo? Dicono che non sia il massimo... 

Smentisco, non è vero che non c'è mai il sole. E non c'è neanche lo smog che c'è a Pechino!
Però mi mancano le stelle la notte... quelle si! E' sempre tutto troppo illuminato da permettere la visione del cielo buio con le stelle.


Programmi per il futuro? Resti a Shanghai o vuoi tornare in Italia? 

Nessuna delle due!
Per ora sto bene a Shanghai ma so benissimo che non voglio vivere tutta la mia vita qui. Va bene finchè hai 35, forse 40 anni... se resisti. E' comunque una città in cui, se non hai la testa ben salda sulle spalle, ti perdi in tre secondi ... tutto è "permesso"! In Italia però ci ritornerò forse quando sarò vecchia decrepita!
Ho fatto l'application per la Green Card ... in caso vincessi me ne andrei negli USA (e sarebbe veramente una botta di fortuna mostruosa). 
Mi piacerebbe l'Aaustralia (ma forse lavorativamente parlando tornerei indietro). Australia o Europa sono posti in cui potrò andare quando mi saro fatta un bel portfolio qui in China ed in qualche altro paese in via di sviluppo. Mi affascina tantissimo l'India. ma ancora sono io troppo indietro ... so di essere terribilmente schizzinosa!
Però si, penso che dopo la Cina ci sarà un'altra nazione tipo questa. Poi mai dire mai, magari domani incontro l'uomo della mia vita italiano e torno a casa oppure mi innamoro di un cinese ... impossibile! 

Grazie Erica e buona fortuna!

La skyline di Shanghai

giovedì 14 febbraio 2013

Valentina, un architetto a Coimbra in cerca di futuro!

Coimbra (Portugal),
February 14th


Valentina
Ciao Valentina, cosa ti ha portato a “fuggire” dall’Italia?
 
Sono in Portogallo grazie al progetto Erasmus, che mi permette si studiare Architettura in una delle più prestigiose università d’Europa per un anno. Sentivo il bisogno di partire per entrare in contatto con un nuovo sistema educativo, completamente diverso da quello italiano. Volevo confrontarmi con una cultura diversa, arricchendo il mio bagaglio di esperienze.
In generale ho deciso di fare quest'esperienza per maturare sia come persona che come futuro architetto.

Come mai proprio il Portogallo?

Mi sono avvicinata al Portogallo sotto consiglio di ragazzi in Erasmus a Coimbra conosciuti in un torneo di Rugby in Francia.
Mi hanno fortemente consigliato la città per il mio Erasmus perché è sede di una delle più antiche e importanti università europee. Così ho deciso di documentarmi sia tramite la mia università per quanto riguardava i corsi e gli aspetti puramente didattici della città e riguardo la vita in città, sia tramite studenti già stati qui in Erasmus.
Dopo tutte le ricerche ho capito che la cultura portoghese mi stava affascinando particolarmente e che quindi Coimbra era la scelta migliore.

Come hai trovato alloggio?

Inizialmente, grazie ad un amico, mi sono messa in contatto con il responsabile dell'ufficio ESN (Erasmus Student Network l'ufficio di accoglienza per gli Erasmus) di Coimbra che mi ha aiutata a trovare un appartamento da dividere con altre persone. Al momento ho cambiato casa, trovata autonomamente tramite annuncio di privati.

Cosa differenzia principalmente, secondo te, l’università italiana da quella portoghese?

Il sistema universitario portoghese è molto diverso da quello italiano, a partire dalla valutazione degli esami (voti da 1 a 20, l'esame è superato con un punteggio da 10 in su), passando per le modalità di insegnamento, e finendo alle stesse tradizioni accademiche (feste e ricorrenze).
Per quanto riguarda le materie che io sto studiando qui in Portogallo noto una profonda differenza nel Laboratorio di Progettazione: il progetto è da sviluppare singolarmente e non in gruppo. Il carico di lavoro lo sento maggiormente rispetto allo stesso laboratorio in Italia, perché devo occuparmi da sola di tutti gli aspetti del progetto.
Un aspetto che mi ha colpita degli studenti dell'università è il loro attaccamento alla divisa dell'università (la “capa”), che indossano in ogni occasione e con qualsiasi temperatura.

Cosa ci dici di Coimbra: clima, qualità e costo della vita, alloggi, vivibilità?

Coilmbra è “la città” universitaria per eccellenza. Il primo mese d'Erasmus la conoscenza di nuove presone era all'ordine del giorno. La temperatura, anche la sera, era piacevole e ti invogliava a frequentare Se Velha, un "quartiere" della città storica dove sono collocati due bar che ormai sono due delle "istituzioni" della città: bar Cabido e Bigorna bar.
Qui, nel corso della serata, si susseguono offerte e promozioni per invogliare Erasmus e non a divertirsi.
In generale il divertimento viene a costare meno rispetto a grandi città italiane (come Milano, da dove sono partita): in una cittadina di meno di 150.000 abitanti il divertimento è assicurato e ce n'è per tutti i gusti.
Il costo della vita è inferiore, appunto, a quello di Milano. La città è molto diversa, i ritmi sono molto più lenti e a primo impatto, per chi viene da una realtà frenetica, è una caratteristica di Coimbra e dei portoghesi in generale che potrebbe infastidire. In realtà dopo un mese ho acquisito in pieno i ritmi portoghesi e la loro calma nel gestire gli impegni della giornata.

Cosa avresti voluto sapere prima di partire?

In linea di massima non c'è nulla che avrei voluto sapere prima. Secondo me si entra appieno nei ritmi di una città solo vivendola in prima persona, se mi fossi informata su tutto prima avrei perso l'entusiasmo di scoprire nuove cose ogni giorno.
Più che altro nessuno può prepararti alle esperienze che farai, ti possono raccontare come le hanno vissute loro, ma tu le vivrai sicuramente in modo differente.

Come sarà il rientro in Italia?

Il rientro in Italia sarà veramente deprimente. Dopo tanto tempo passato in una città che rapisce il cuore di chiunque abbia la fortuna di viverla sarà sicuramente ciò che di più triste ha l'esperienza Erasmus. Finisce un periodo di crescita, durane il quale ho condiviso momenti ed esperienze con persone da ogni parte del mondo.

E per il futuro?

Il primo traguardo fissato è la laurea triennale, poi si vedrà. Sicuramente il desiderio è quello di tornare in Portogallo per completare i miei studi, ma fanno capolino in testa anche altre destinazioni come Francia, Australia e Brasile.Boa sorte, Valentina!

Tramonto a Coimbra

lunedì 10 dicembre 2012

Rams è abbastanza davvero?

Bresso (MI),
December 1st, 2012

XXXIII Superbowl FIF
Rams Milano - Bengals Brescia 22-16

Rams is enough. Rams è abbastanza. Ma è abbastanza davvero? Mi faccio questa domanda ogni maledetta partita, prima del kickoff. Sarà abbastanza avere una maglia verde e delle corna sul casco per essere meritevole di essere un Rams? Non ne voglio fare una questione altamente morale ma una dannatamente pratica. Quando un avversario scappa in touchdown seguendo la scia di quel placcaggio che avete mancato, siete davvero in pace con la vostra coscienza? Io, che di placcaggi ne ho sicuramente mancati molto più di quelli che ho fatto, mi sento una merda. Non per aver fallito nel gesto singolo, perchè ho la serenità nel pensare che posso e devo ancora migliorare tanto, ma perchè quel touchdown non l’ho subito solo io. L’ha subito il compagno vicino a me. L’ha subito tutta la Difesa. L’ha subito l’Attacco in panchina. L’hanno subito Big e Randy. L’ha subito Tiziana. L’hanno subito i nostri tifosi che spesso trattano con indifferenza qualsiasi condizione atmosferica per star li con noi. E l’hanno subito perchè io, per un attimo, ho pensato che non era così importante.

E allora mi chiedo, Rams è abbastanza? No, non è abbastanza se non vuoi portarti – cucita nella stessa maglia – anche la responsabilità che dalle tue azioni, anche le più piccole, dipende il successo dei tuoi compagni e viceversa. No, non è abbastanza se non finisci la partita fisicamente e mentalmente stremato per uno sforzo che ha superato i tuoi limiti. Sia che quello sforzo tu possa spalmarlo in più e più azioni, sia che sia costretto a bruciarlo in poche. Come è capitato a me al SuperBowl contro i Bengals. Rams era abbastanza per sentirmi campione insieme ai miei compagni anche se il mio contributo è stato limitato? Ci ho pensato spesso, fin troppo, nei giorni seguenti. Forse dimenticandomi l’anima che ho messo in quelle azioni. Azioni che ho sentito passo dopo passo, portandomi dietro la scia di sudore vissuta contro i Black Horses e contro i Lancieri. E prima ancora contro I Bobacts, i Blacks, i Frogs, i Warriors, i Wolfpack e tutte le squadre affrontate nella mia vita nel Football. Al fischio finale ero fisicamente e mentalmente stremato, ho alzato gli occhi al cielo per un mio personale ringraziamento e sono tornato in maglia verde. Si, quel giorno Rams era davvero abbastanza. E voglio che lo sia davvero per tantissimo altro tempo.

sabato 17 novembre 2012

Quella sediolina, un anno dopo.

Milano (Italy),
November 17th

Mondello (PA)
Quella sediolina la ricordo perfettamente. Piegevole, alta, simile a quelle da regista. Maledettamente scomoda ho sempre creduto, per uno come me che, se in spiaggia non era immerso in qualche scorribanda estiva, per il riposo preferiva spiaggiarsi sulla sabbia a peso morto. Ma tu ti ci trovavi benissimo, quasi fosse un'appendice del tuo stesso corpo. Gamba accavallata, occhiali da sole (alcuni - non ti incazzare - davvero inguardabili) e pipa in bocca. Da quel trono guardavi negli occhi Mondello con un'aura particolare. Ti facevi notare anche stando fermo ed il fiume di persone che passava di li, non si risparmiava mai un saluto. "Ciao Pippo!", donne, uomini, italiani, stranieri, anziani, bambini... ed io avevo sempre la faccia del cretino che si chiedeva "Ma quante persone lo conoscono?" e proprio per questo, tra il geloso e l'ammirato, evitavo di salutarti quando ti sfrecciavo accanto per andare a giocare col pallone. Per gli altri era quasi un onore conoscerti, per me una banalità. Il ciao era una parentesi superflua. Tanto, ad ogni modo, sapevo che eri sempre la, gamba accavallata, occhiali da sole e pipa in bocca.

Da quella sediolina mi guardavi, mi sorvegliavi, a tuo modo giocavi con me. E ti piegavi dalle risate quando combinavo qualche minchiata. Una rovesciata accidentale in faccia a qualche turista, un tentato approccio a qualche ragazzina o un tuffo di panza dal pedalò. Non importava cosa combinassi, sapevo che eri li e da lontano cercavo i tuoi occhi. Mi bastavano quelli, dato che parlavamo poco. Mi son sempre bastati quelli per capire se avevo la tua approvazione o no, da uno sguardo nero che mi doveva far riflettere. Nella vita il rispetto lo guadagna solo chi lo da e tu te lo sei sempre guadagnato, non solo con me, con quell'amore silenzioso di chi fa al posto di parlare.

Gamba accavallata e pipa in bocca. Fortunatamente la sera lasciavi gli occhiali da sole a casa, con il benestare degli occhi altrui. Ma la posizione non cambiava. Stavi così anche all'Arena dello Zio, seduto nello stesso posto del lato sinistro della fila centrale a guardare l'ultimo film d'azione. In quelle sere a volte il tuo grado di attenzione verso di me calava un pò e calavano anche i baffetti, a disegnare uno sguardo velatamente triste che da piccolo non sono mai riuscito ad interpretare. Te ne stavi li a pensare un pò a tutto, alla tua e alla nostra vita, prendendo decisioni importanti da solo - tra una Coca Cola ed un Magnum - perchè da solo avvertivi il carico delle responsabilità. E' in quei momenti che avrei voluto essere grande, per starti vicino e non farti sentire solo. Per farti capire che anche la tua famiglia voleva essere per te quello che tu eri per la tua famiglia. Un porto sicuro dove approdare. Una sediolina piegevole dove sedersi e riposarsi. Ma, purtroppo, il tempo mi ha dato troppe poche occasioni...

Oggi è passato un anno da quando te ne sei andato papà e ancora la sera qualche lacrima mi solca il viso. Ci sono tante cose che avrei voluto raccontarti e farti vivere della mia vita, come le soddisfazioni lavorative o la famiglia che sto facendo con chi amo. O come il Football, quella grande folle avventura intrapresa qualche anno fa che mi ha fatto trovare una banda di fratelli nuovi che mai avrei pensato. Uno sport che, come la vita, ti insegna a conquistare i tuoi obbiettivi centimetro dopo centimetro, soffrendo e gioendo per la tua famiglia come la tua famiglia soffre e gioisce per te. Ma non sono triste. Perchè se anche non posso raccontartelo sono sicuro che tu lo possa vedere da te, esattamente come hai sempre visto tutto in passato. Ti vedo li, sulla porta del touchdown, nitido, quando alzo il caso. Gamba accavallata, occhiali da sole e pipa in bocca. E ti sento vicino. Dentro di me come non lo sei stato mai.

Foto by Francesca Meana - Sito Web

domenica 25 marzo 2012

"Temporaneamente tua", pensieri di chi fa la puttana ma puttana non è.

Prostituzione per costrizione, prostituzione per miseria, prostituzione per mille e più motivi. A volte anche per scelta. "Temporanamente tua" ci racconta un mondo che troppo spesso abbiamo la presunzione di giudicare senza conoscerne i connotati. Ragazze ferme agli angoli della strada, alle prese con dei sogni più grandi di loro, che sfrecciano veloci, lasciandole sole contro la realtà. La realtà di un mondo che pretende più di quanto riesce a dare, costringendo tutti a seguire una rigida morale comune anche a costo di stridere con l'onestà intellettuale. L'immigrata rumena, la sensuale americana o l'escort italiana si alternano sul palco con in comune delle scarpette rosse che illuminano la scena e ricordano il colore del cuore di chi - come vien recitato - fa la puttana, ma puttana non è.

Attrice poliedrica Greta Zamparini, scena e regia (con Federica Bognetti) dell'opera. Capace di alternare accento rumeno e cadenza anglo-italiana, di ballare e "bucare" il pubblico, interagendo con esso. Parola di chi vi sta scrivendo proprio queste righe, attore involontario della scena, con in mano un caffè abbondamentemente zuccherato di imbarazzo.

Credete sia facile recitare una parte come questa per un'oretta o poco più? Allora andate in strada a trovare le ragazze nei marciapiedi con i volontari del progetto Segnavia dei Padri Somaschi, andate a conoscerle, a bere con loro un bicchiere di the. Fatelo per sei mesi, senza chiedere nulla in cambio, provando ad entrare in degli occhi così lontani da voi dal sembrare irraggiungibili. Fatelo con ognuna di loro, di quel lunghissimo elenco di ragazze proiettato alla fine. Nomi veloci che nascondono singole, importanti, storie. Ciò che ne uscirà fuori sarà un fantastico viaggio dentro un mondo difficile ma in grado di insegnare molto.

Se non avete tutto questo tempo invece... beh, basta fare un salto all'Areapergolesi di Milano. Non ci saranno decine di attori né una platea infinita, ma sicuramente ci sarà una bella serata. Quel tanto che basta per sfiorare un mondo a noi lontano e per sentirti vicini a quelle scarpette rosse. Almeno per un'oretta o poco più.

EN